Befana days

Ieri, passeggiando per le vie del centro di Milano, notavo la prevalenza delle scritte in inglese nelle vetrine e all’interno dei negozi (best price, promotion, gift, wine bar e wine store… prima o poi dovrò produrre una documentazione fotografica e un calcolo delle percentuali degli anglicismi nelle insegne e nella cartellonistica dei negozi meneghini), ma passando davanti alla catena Kasanova, la cosa che più mi ha colpito è stato: Befana days.

befana days

L’uso di day al posto di giornata o giorno circola ormai in innumerevoli locuzioni (l’election day, il memorial day, il family day, l’open day delle scuole…) e dopo il recente dilagare del black friday ecco l’epifania di un nuovo e mostruoso accostamento di ricorrenze e di sconti.

La Befana, come è risaputo, è una festività tipicamente italiana e la bella idea di rinominarla così è l’ennesimo segnale di un’esigenza di anglicizzazione che non ha altri motivi se non quello di un complesso di inferiorità verso la lingua e la cultura americana. Una consuetudine che rasenta ormai il ridicolo, anche se in fondo ci si abitua in fretta e ogni americanata entra così nell’uso come fosse una cosa normale, e spesso soppianta e rende obsolete e inutilizzabili le parole italiane. Si tratta di una moda che, quando non si può esprimere con “prestiti” reali, sfocia in reinvenzioni e neoconiazioni dal suono anglicizzato. Tutto va bene, purché suoni angloamericano.

 

La Befana vien by night
con un footwear tutto patch
con il look da americana
viva viva la Befana!

 

PS: a quando il Liberation day invece della festa del 25 aprile e della Liberazione? Ai posteri (che per la cronaca non è un derivato da to post) l’ardua sentenza.

 

 

 

3 pensieri su “Befana days

Lascia un commento