Itanglese e Posteitaliane

Di Antonio Zoppetti

Irene, una lettrice che si è iscritta a questo sito, mi ha segnalato che la procedura prevede alcuni passaggi dal linguaggio pieno zeppo di anglicismi, per esempio:

“Per completare l’attivazione del tuo account, vai al seguente link e fai click sul pulsante Attiva. Il tuo account è stato attivato con successo! Ora puoi effettuare il login con l’username e la password inseriti in fase di registrazione.”

Naturalmente questi messaggi di sistema sono quelli di WordPress, e non sono affatto capace di personalizzarli, ho già fatto fatica a modificare la gabbia (chiamata il template di un blog pieno di anglo-tecnicismi come admin, pingback, plugin, widget…) sostituendo “Home” con “Pagina iniziale, “About” con “Chi sono” e via dicendo.

Questo è il linguaggio che le piattaforme sociali ci propinano quotidianamente, e che hanno fatto entrare nell’uso fino a renderlo normale. Anche chi vorrebbe evitarlo, come me, non lo può fare, con il risultato di diffonderlo e di rafforzarlo. Tutto ciò avviene grazie alla complicità di “traduttori” e “localizzatori” che non si sognano di toccare questa terminologia, anzi, spesso la preferiscono e la sbandierano come “necessaria” o “opportuna”, non di rado con una certa cialtroneria. A questi “professionisti” dell’itanglese che proclamano le parole inglesi “tecnicismi” necessari poco importa della propria lingua, al contrario dei loro colleghi francesi o spagnoli dove c’è una certa attenzione nella traduzione dei termini. Il punto è che l’anglomania degli addetti ai lavori non è un vezzo innocente, queste persone sono responsabili dello sputtanam… del depauperamento lessicale dell’italiano, perché queste mancate traduzioni diventano l’unica possibilità di esprimerci: la gente non può che ripetere queste parole e questo linguaggio.

La comunicazione è in mano ormai a questo tipo di persone, uscite da scuole di formazione che usano questo linguaggio e formano le nuove figure professionali che non sanno più parlare in italiano. E non vale solo per l’informatica.

Una rinomata traduttrice di narrativa, poesia e saggistica, Anna Ravano, mi ha inviato una foto molto significativa scattata in un’Esselunga di Milano.

“Zenzero” è stato aggiunto tra parentesi per mettere in primo piano e diffondere l’inglese, forse con la stessa logica del passaggio dalle lire all’euro: in un primo tempo si riportano entrambe le possibilità e quando la gente si è abituata si può finalmente passare alla neolingua.

È in questo modo che la nostra mente viene colonizzata e portata sulla via dell’italiano 2.0 del presente e del futuro. La pressione non è solo esterna, non arriva solo dalle piattaforme sociali delle multinazionali a stelle e strisce che esportano i loro nomi e concetti, ma anche dall’interno, dalle società del nostro Paese.

Basta analizzare il sito delle Poste per renderci conto che la lingua è ormai questa.

Poste italiane?

Luis Mostallino – un altro lettore che in passato aveva fatto un confronto tra gli anglicismi del sistema operativo di Iphone nella versione italiana, francese e spagnola – si è preso la briga di segnarsi tutti gli anglicismi che ha trovato sul sito di Posteitaliane (ma se si facesse lo stesso lavoro su quello delle Ferrovie dello Stato le cose non sarebbero molto diverse).
Di seguito li riporto in ordine alfabetico; l’unico problema è che qualche parola sarà di sicuro sfuggita, dunque non si tratta di un elenco proprio completo, abbiate pazienza.

A
account
acquiring
alert
all inclusive
app
air cargo

B
box
bug fix
business

C
call center
capital gain
card
cashback
cashless
cash international
chat
check-up
connect back
contactless
crono reverse
crono economy

D
data protection officer
deliver
delivery business express
delivery express
delivery Globe
delivery international
delivery Europe
digital
direct marketing
diversity & inclusion
download

E
e-commerce
e-procurement
e-shopper
evolution
express

F
family
fuel charge
full

G
gallery
la nostra “Governance”

H
hobby
know-how

I J K

L
leader
leadership
link
live
locker

M
merchant
MyPoste
multicurrency

N
network center
news

O
OK
online
open banking

P
packaging
password
Payment Services Directive
paperless
partner
People Care e Diversity Management
pick up
players
policy
PosteDelivey
Poste Delivery Box (versione express e standard)
PosteMobile
postenews
Postepay Sound
privacy

Q
QR code

R
rating

S
shopping
set
smart
smartphone
software firma OK
stakeholder
standard
start
surcharge

T
tablet
ticket
top
tarcking
tutorial

U
under 35
user

V
voucher

W
web
webmail
welfare

X


Y
yellow box

Z

Pensate anche voi quello che penso io?
E allora non resta che inondare il sito di Posteitaliane con la nostra protesta! È una vergogna! Passi la lettera X, notoriamente poco usata per le iniziali delle parole inglesi, ma il fatto che le lettere I, J, K e Z siano vuote è davvero imbarazzante! Possibile? Possibile che ai geni della comunicazione postale non siano venute in mente parole di uso comune come – che ne so – Image al posto di immagine, o Job, Kit, Zoom…? Sono parole ormai entrate nel dizionario di base della nostra lingua! Queste lacune sono uno sfregio per l’itanglese! Dunque non resta che scrivere e suggerire qualche inglesismo per colmare queste lacune!

Come dite? Non è quello che avevate pensato?

E allora siete vittime di un’illusione ottica, per citare le parole di un grande linguista. È un po’ come la temperatura percepita, che non è mica quella reale! E quando il termometro segna solo 30 gradi, se avete un collasso per il caldo percepito e per l’umidità, siete decisamente fuori luogo!

Ripenso all’elenco degli anglicismi di uno dei primi importanti studi del 1972 (Ivan Klajn, Influssi inglesi nella lingua italiana, Olschki, Firenze) e alle parole di Arrigo Castellani che nel 1987 scriveva:

“Prendiamo a titolo d’esperimento, le voci dell’elenco del Klajn che cominciano per b (non ce ne sono che cominciano per a, tranne il già raro e oggi svanito affatto all right).”

Da allora la lettera A di anglicismo si è molto arricchita, e da una voce siamo arrivati a 100, come si può vedere sul dizionario AAA che non è poi così diverso, come numero di lemmi, da quanto riportano dizionari come il Devoto Oli o lo Zingarelli. Ma nonostante gli A-nglicismi siano centuplicati, sono ancora pochi, e infatti il sito di Posteitaliane ne contiene qualcuno che non è ancora stato annoverato.
Se questo è italiano…

Concludo con qualche illusione ottica:

PS 2023
[Questo articolo è stato ricostruito dopo un attacco informatico che lo aveva cancellato. I collegamenti e i commenti originali sono perduti.]

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